L’autista – Racconto Cuckold

La musica in discoteca è come sempre troppo alta: impossibile parlare, ma non è per questo che ti ho portata qui. La pista da ballo è il tuo terreno di caccia: e i tuoi abiti non lasciano dubbi su quali prede cerchi.

La gonna è talmente conta che lascerebbe vedere gli slip, ma tu non li porti: nemmeno un perizoma, sei nuda, e la maglia trasparente lascia pochi dubbi su come siano i tuoi seni. Bastano pochi minuti e le prede si avvicinano.

Giovani, belli e sfacciati: ti piacciono così, quando cominciano ad accarezzarti e stringerti già sulla pista e vi muovete proprio come se fosse una scopata. Ti fai toccare e tocchi a tua volta: non sei timida, un controllo ai pantaloni è d’obbligo.

Ti serve per capire se hai davanti quello giusto: che deve essere già duro, altrimenti lo lasci perdere e passi a un altro. I timidi non ti piacciono, devi sentire un bel cazzo duro, altrimenti non ti ecciti più.

Io non mi avvicino alla pista, preferisco stare comodo su un divanetto e godermi la prima parte dello spettacolo.

La seconda però è quella più interessante: prendi da parte la preda che ti piace di più, quella che è stata più intraprendente e gli spieghi che vuoi continuare in auto. E di non preoccuparsi di dove andare, perché c’è un autista a disposizione.

Non dici più che sono tuo marito: qualcuno si è spaventato e ha rinunciato, meglio lasciarli liberi di immaginare quello che vogliono, l’importante è che ti scopino come vuoi tu.

Lo spazio sui sedili posteriori è ampio: altrimenti perché usare una station wagon. E sai che devi lasciare accesa la luce: voglio godermi lo spettacolo nello specchietto retrovisore.

Partiamo con il ragazzino che hai rimorchiato questa sera: bel fisico e ciuffetto biondo. Sono sicuro che ha anche un bel cazzo, lo hai controllato per bene. In effetti i pantaloni che indossa sono attillati e l’erezione si vede facilmente: un bell’arnese, ma dovrà anche saperlo usare.

Metto in moto e comincio a guidare lentamente: scelgo sempre una strada che conoscono, dove non ci siano troppo traffico e troppe curve che mi possono distrarre. 

Voi dietro non vi siete distratti, invece: lui ha già infilato la mano sotto la minigonna e sento un rumore unico, quello della tua eccitazione. Ti sta facendo bagnare, si vede che con le dita ci sa fare.

Lo vedo che si ferma e ti stende sul sedile: per fortuna sei leggera e lui abbastanza agile. Si tuffa sulla tua figa, come se non vedesse da secoli. Tu adori quando si impegnano con la lingua e in pochi minuti ti portano all’orgasmo.

Il ragazzino si rialza, con la bocca che gli cola per i tuoi umori: probabilmente si è bagnato anche la camicia, ma direi che non gliene frega niente.

Mi fermo a un semaforo rosso e lui ne approfitta per slacciarsi i pantaloni: in effetti ha un bel cazzo grosso e dritto e non vede l’ora di infilarlo.

Sento l’eccitazione crescere mentre si infila il profilattico: peccato che ho tutte e due le mani sul volante e che devo guidare, altrimenti potrei divertirmi anche io. Mi toccherà aspettare.

Te lo mette dentro e riparto: non corro troppo, mentre lui inizia ad affondare i suoi colpi. E tu a gemere, sempre più forte, tanto non ti può sentire nessuno. Se andate avanti così potrei scoppiare nei pantaloni.

C’è un distributore chiuso ormai da anni, mi accosto nel punto meno illuminato e più lontano dalla strada: qui nessuno ci disturberà e potrò godermi lo spettacolo. Però non mi giro: mi piace la prospettiva che mi da lo specchietto, sembra quasi di spiarti dal buco della serratura.

Intanto il ragazzino ci da dentro sempre più forte e un altro orgamo ti scuote: cominci a tremare e urlare sempre più forte, tanto da mandarmi fuori di testa. Ma non mi tocco, tengo le mani strette sul volante: più tardi sarà il mio turno.

I colpi si fanno sempre più veloci: si vede che il ragazzino sta per venire e tu non vuoi perdere nemmeno una goccia di quel nettare. Lo fermi stringendolo con le gambe e gli dici qualcosa e lui si toglie subito.

Il tempo di sfilarsi il preservativo e comincia a menarselo furiosamente, mentre tu ti sistemi davanti a lui e apri la bocca, in trepida attesa.

Che sborrata! Direi che ne è valsa la pena, perché ti schizza non una ma ben tre volte in bocca e sulla faccia, prima di lasciarsi cadere sul sedile. È spompato, ma il suo dovere lo ha fatto e tu lo premi, ripulendo ogni goccia di sperma dal cazzo: non ha nemmeno bisogno di un fazzoletto per pulirsi.

Mentre torniamo verso la discoteca si fa ancora valere: con le dita, facendole entrare e uscire in modo deciso dalla tua figa ti regala un altro orgamo. Ho perso il conto di quante volte ti ha fatto godere questa sera. Invece io sto ancora aspettando con un’erezione che si sta facendo quasi dolorosa.

Scende velocemente dall’auto: deve aver capito che il gioco è finito e che la serata gli è andata decisamente bene. Magari gli darai un’altra possibilità, se sei rimasta soddisfatta.

Non mi allontano tanto dal parcheggio della discoteca: dopo poche centinaia di metri mi accosto lungo la strada, e mi giro verso di te.

“Posso?”

Per tutta risposta ti sposti sul sedile davanti e mi slacci tu cintura e pantaloni: il mio cazzo è pronto e bisognoso di attenzioni. 

Questa sera non hai potuto succhiare nulla, quindi ti ci avventi e lo prendi in bocca. Sai benissimo come fare, parti piano ma aumenti il ritmo dopo poco: non ci vuole molto perché cominci a sentire lo stimolo ai testicoli e ti prenda la testa tra le mani, spingendoti sempre più giù.

Pochi attimi e il mio orgasmo ti esplode in bocca: e tu, sempre golosa, non ne lasci uscire nemmeno una goccia. Poi ti alzi, con un’espressione soddisfatta sul viso: forse la caccia non è ancora finita.