Regalo di Compleanno – Racconto Cuckold

Non era la prima volta che facciamo questo gioco: e probabilmente non sarà l’ultima.

Ho sempre scelto gli uomini per te con attenzione: conosco i tuoi gusti, giovane ma non troppo, ben dotato e in grado di capire come soddisfarti, con scopate lunghe e profonde. Qualche volta non è andata bene, soprattutto con i più giovani, ma ormai è difficile che mi sbagli.

In effetti faccio tutto io: lo trovo, lo contatto e gli spiego le regole (come quella di non baciare in bocca). E poi lo porto nella camera del residence che affittiamo per questi incontri: quello che vuoi sono poche parole e molti fatti.

Infatti ti fai sempre trovare già praticamente nuda e stesa sul letto: sta al lui prendere l’iniziativa, leccarti fino a farti godere e poi iniziare a scoparti, finché non urli di piacere. Poi il terzo si deve rivestire e togliere dai piedi velocemente: perché tocca a me prendermi cura di te, per lasciarti di nuovo senza fiato.

Almeno fino a questo momento è andata così: perché mi hai fatto una richiesta un po’ speciale per il tuo cinquantesimo compleanno. Volevi fare tutto tu: scegliere il tuo uomo, contattarlo e stabilire come sarebbe andata la serata.

Io non avrei potuto nemmeno assistere, neanche con una videochiamata: avrei dovuto portarti all’hotel dove avevi il tuo appuntamento e aspettarti in automobile. Il giorno dopo, forse, mi avresti raccontato tutto, perché potessi godere anche io.

Avevo ceduto e così mi ritrovo in automobile, nel parcheggio di un hotel di lusso della riviera, con una strana sensazione addosso. È iniziata quando ti sei preparata per la serata, indossando un completo intimo rosso di pizzo che lasciava decisamente poco all’immaginazione. Ti ho osservata mentre sceglievi i tuoi abiti, seducenti ma eleganti, e le scarpe con il tacco altissimo.

E adesso sono qui, ti immagino mentre ti sfili la scarpa rossa e ti sposti leggermente per arrivare alla gamba dell’uomo che ti è seduto di fronte. Sei coperta dalla tovaglia e cominci con una carezza dalla caviglia, per risalire con un movimento sinuoso verso il ginocchio e poi verso il pube. E sul pube ti fermi: il tocco del tuo piede si fa più intenso, alla ricerca del pene che senti già caldo e in erezione.

Perché non c’è nessun uomo che possa resistere al tuo richiamo: il tuo piede sembra una mano, palpa, avvolge, accarezza il pene, in un gioco che rende impossibile continuare la cena. Salite in camera, quasi correndo.

Forse c’era anche un po’ di gelosia, ma quello che sento adesso è decisamente eccitazione. La conosco bene, quella sensazione di piacere di vederti con un altro. Anche se adesso posso solo immaginare.

Per fortuna ho scelto per parcheggiare una zona poco illuminata: nessuno mi vede quando inizio ad accarezzarmi il pene attraverso i jeans. In pochi minuti sono già in erezione, e continuo a immaginare quello che farai una volta arrivata in camera.

Questa volta sei tu al comando: chiudi la porta e ti avventi sui pantaloni dell’uomo, slacciandoglieli rapidamente e prendendo il pene in bocca. Prima però lo accarezzi, per saggiarne la forma e la consistenza: è duro come ti aspettavi? Ed è bello grosso, come piace a te.

Non riesco più a tenere ferme le mani: mi slaccio la cintura e me lo prendo in mano attraverso il boxer. Non sono comodo, ma sento già che non ci metterò molto a venire. 

E nel frattempo tu succhi avidamente il pene che hai davanti, mentre lui ti spinge la testa.

“Ti piace il mio cazzo? Era quello che volevi, vero?”

Ti fermi giusto un attimo prima che ti esploda in bocca: ti levi il vestito rosso e anche il resto e lo spingi sul letto. Di sicuro sei già bagnata: non ti servono lingua o dita, puoi impalarti su quel cazzo rigido e farlo entrare in un colpo solo.

È facile immaginare la tua espressione, mentre ti muovi su è giù, prima più lentamente poi velocemente. Ma non troppo: ti piace che una scopata sia lunga, le sveltine non ti danno soddisfazione.

Fra un gemito e l’altro lui continua a parlare: “Ti piace? Di sicuro è meglio di quello del cornuto di tuo marito.” 

Ti ecciti ancora di più a sentirmi chiamare cornuto, proprio come capita a me: muovo la mano sempre più velocemente, cerco di seguire il ritmo che stai tenendo tu, in questa sega spettacolare.

E tu sei vicina a venire, aumenti il ritmo, fino a quando non ti blocchi, per poi lasciare uscire un gemito più forte degli altri. Sei venuta e magari sei anche riuscita a squirtare, bagnando tutte le lenzuola e facendolo impazzire.

Ma sicuramente hai scelto bene, perché l’uomo non si ferma: ti prende per i fianchi e ti rovescia sul letto. Riprende con spinte sempre più profonde e più forti: si sente che ha voglia di farti godere di nuovo e di godere anche lui.

Lo vedo, mentre il suo pene fradicio entra ed esce sempre più veloce dalla tua vagina: e non mi posso fermare, aumento il ritmo fino a venire nella mano e sui pantaloni. Alla macchia ci penserò domani.

Mi appoggio con la testa sul volante: dopo un orgasmo così ho bisogno di riprendere fiato. Non so quanto tempo è passato quando sento la portiera aprirsi ed entri in macchina: anche nella penombra mi accorgo che i capelli sono spettinati e immagino il trucco sia sbavato. Hai ancora addossi l’odore di quell’uomo, del suo sperma.

Un bacio veloce, poi sono io a dovermi ricomporre, almeno per riuscire a guidare fino a casa.

“Muori dalla voglia di sapere come è andata, vero? Stasera però sono stanca, dovrai aspettare domani.”

Sei maliziosa e sento di nuovo quel brivido di eccitazione che mi scende fino al pene: domani mi divertirò di sicuro.