Un regalo per lo schiavo – Racconto Femdom

Il momento della scelta è sacro: non è facile trovare la persona adatta per la mia fantasia. E per dare quel minimo di piacere anche al mio schiavo. Che, ormai quasi impotente, non può godere se non segandosi: sempre che non lo obblighi a indossare la sua gabbietta, cosa che avviene sempre più spesso. Non mi va che si masturbi in solitario, quando non lo posso controllare: anche se si tratta di pochi minuti, deve ricordare chi comanda.

Per questo a volte gli concedo di leccarmela, è l’unico modo che ha di farmi godere: ma il meglio è quando pulisce il membro del mio amante occasionale. Perché lui adora i cazzi grossi, così diversi dal suo: ma non tutti gli uomini gradiscono di essere succhiati da un altro uomo. Così devo cercare con attenzione ed essere molto chiara nei nostri accordi.

Questa volta si tratta di un ragazzo mulatto: non si è opposto all’idea di farselo succhiare, a patto di potermi prima scopare. E allora ho rilanciato: se se la cava davvero bene, voglio che mi venga nel culo.

Bel ragazzo, corrisponde perfettamente alle fotografie che mi ha mandato: lo faccio entrare nella camera del residence mentre mio marito, il mio schavo, è inginocchiato in un angolo. Con una visuale perfetta sul letto, completamente nudo e con le mani legate dietro alla schiena: meglio evitare le tentazioni. 

Non è il caso di perdere troppo tempo con i convenevoli: anche io sono nuda sotto la vestaglia di seta e il ragazzo si sfila in un attimo i jeans aderenti. Niente slip e un cazzo che è già in erezione. Lungo e largo il giusto, direi che potrò mantenere la mia promessa. 

Lo prendo per mano e lo porto verso il letto, dove mi stendo allargando le gambe: capisce al volo e si tuffa con la testa in mezzo alle mie cosce, iniziando un attacco alla mia figa con una lingua veloce e capace. Sento il mio schiavo gemere: un po’ per l’eccitazione, un po’ per invidia, visto che è da giorni che non gli concedo l’accesso alla mia figa. Non deve parlare, ma gli lascio passare i lamenti, visto che non fanno che amplificare il mio piacere.

Il primo orgasmo è veloce, perfetto per lubrificarmi, da quando la mia vagina inizia a pulsare a quando vengo passano davvero pochi secondi. Il ragazzo si alza e si allunga verso i pantaloni, rimasti a terra. In un attimo ha indosso il profilattico e me lo infila dentro, facilitato dalle conseguenze del mio orgasmo.

Non è dolce e gentile, ma non è questo che gli ho chiesto: entra ed esce con forza, affondando ogni volta di più il colpo, allargandomi le gambe con le braccia. Riesce anche a succhiarmi i capezzoli: si vede che ci sa fare, tanto che inizio di nuovo a mugolare di piacere. 

Questa volta l’orgasmo è più lungo e intenso: sento la mia vagina contrarsi intorno al pene e spingere con forza, quasi sbattendolo fuori. Ma lui resiste, spinge ancora più avanti, mi fa godere e si lascia innaffiare dal mio piacere. Lo schiavo sembra disperato, ma non è ancora il suo momento.

Ho bisogno di qualche minuto per riprendermi dal piacere: poi mi allungo verso il cuscino, per estrarre una bottiglietta di lubrificante. Per me solo piacere, il dolore lo riservo al mio schiavo. Il ragazzo lo prende e se lo sparge sul profilattico e su due dita: inizia a passare intorno al mio buchetto, introducendole piano, in modo da lubrificare per bene. Si vede che lo ha già fatto e vuole che il divertimento sia massimo.

Mi inginocchio e lui mi appoggia una mano sulla schiena, in modo da sistemarmi all’altezza che preferisce, per poi appoggiare la punta sul mio orifizio. Una sola spinta decisa ed è dentro: sento un po’ di fastidio, ma mi da il tempo di adattarmi e inizia a pompare solo quando sono io a muovermi.

Ora sento anche i suoi gemiti, che si mischiano a quelli dello schiavo: il mio culo gli piace e probabilmente non durerà molto. Mi prendo un altro orgasmo, stimolando con una mano il clitoride, anche questo intenso, mentre il suo ritmo diventa irregolare. Finché non lo sento irrigidirsi e stringermi più forte le natiche, mentre il suo cazzo pulsa all’impazzata. Si appoggia sulla mia schiena, finalmente spento.

A questo punto faccio cenno al mio schiavo: ora è venuto il suo momento. Si alza di scatto e corre verso il letto: il ragazzo nel frattempo si è steso e si è tolto il preservativo, proprio come gli avevo chiesto. Ha il cazzo ancora mezzo duro: beata gioventù, probabilmente basterà poco e sarà pronto per farmi godere ancora.

Lo vedo chiudere gli occhi mentre il mio schiavo si avventa sul suo uccello: inizia a leccarlo dallo scroto, ripulendolo con attenzione e precisione, fino ad arrivare alla punta. Poi se lo mette in bocca e comincia a succhiare, con la foga dell’assetato davanti a fonte di acqua fresca. 

Il mio schiavo succhia bene, con passione: vedo il suo mini pisello che sta avendo un’erezione, segno che apprezza il mio regalo. E anche il ragazzo apprezza il pompino: tiene gli occhi chiusi, probabilmente per lasciar correre l’immaginazione, ma muove i fianchi a ritmo e finisce per mettere le mani sulla testa dello schiavo, per spingere l’uccello sempre più in fondo nella sua gola.

Colpisco il mio schiavo con il piede: ha avuto abbastanza, ora può finire di godere, nell’angolo, come piace a lui e a me. Obbediente lascia subito il pisello, che è tornato di nuovo pienamente in erezione e torna nel suo angolino. Lo vedo che furiosamente si masturba, accarezzando il suo minuscolo uccello: pochi secondi e sento che gode, un singolo gemito, perché sa che non gli è concesso di più.

E si inginocchia di nuovo, in attesa dei miei ordini, mentre il ragazzo fruga nelle tasche, alla ricerca di un nuovo preservativo: è pronto per un secondo round, che mi godrò ancora più del primo.

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