Una domenica particolare – Racconto Incesto

Mi piacciono le donne più grandi: soprattutto se hanno tutte le curve a posto e anche qualche chiletto di più. E mia madre appartiene decisamente a questa categoria: mi ha avuto presto, a 21 anni, dopo pochi anni il “matrimonio riparatore” è finito e mio padre è scomparso dai radar.

Siamo rimasti io e lei: un adolescente che, a 18, ha gli ormoni in fiamme e una giovane donna maggiorenne con le sue esigenze, anche sessuali. Non ha mai portato degli uomini a casa: peccato, perché mi sarebbe piaciuto guardare mentre se la scopavano. Invece mi sono dovuto accontentare di prendere di nascosto i suoi slip e masturbarmi con quelli, fino allo sfinimento.

Ma voglio di più, non sono più un ragazzino: ho già scopato più volte, sempre con ragazze della mia età o più giovani, e l’idea di farmi una donna matura mi eccita da morire. Soprattutto se si tratta di mia madre.

Una mattina, approfittando dello sciopero a scuola, ho potuto frugare più a fondo nei cassetti della camera di mia madre. Dentro una scatolina, ben nascosta dalla biancheria, ho trovato una sorpresa: un ovetto vibrante, di quelli che si comandano con un’apposita app, direttamente dal cellulare.

Non c’è voluto molto per installare l’app e collegare l’ovetto: probabilmente mia madre lo utilizzava con il suo cellulare, ma avrei risolto anche questo problema. Ho preso dimestichezza con i vari comandi per poi rimettere tutto in ordine, in attesa dell’occasione giusta.

E nel frattempo l’ho immaginata mentre prova il suo nuovo gioco: stesa in letto, mentre io dormo nella stanza accanto, inizia con la prima velocità, per poi aumentare piano piano. L’ovetto si muove nella sua figa, immerso negli umori bollenti, mentre la mano va a stimolare il clitoride: probabilmente non le serve nemmeno arrivare alla massima velocità, ma dopo poco deve soffocare nel cuscino le sue urla di piacere.

Si vede che ha bisogno di un cazzo vero, non di un semplice sostituto: e se nessuno le può dare quello che vuole, decisamente tocca a me pensarci. Però so essere paziente e non forzare i tempi: prima o poi verrà il momento giusto.

La mia occasione  non ha tardato a presentarsi: una domenica pomeriggio di pioggia ha fatto saltare i piani per una partitella di calcetto e, mentre sono seduto sul divano alla ricerca di qualche nuova serie da vedere sulla pay tv, sento mia madre che chiude la porta del bagno e apre l’acqua nella doccia.

Sono pronto a scommettere che si è portata il suo nuovo giochino: quindi apro il cellulare e mi avvicino in silenzio al bagno. Per fortuna non chiudiamo mai a chiave le porte e dalla doccia è quasi impossibile vedere se c’è qualcun’altro in bagno: per cui mi muovo veloce e mi siedo sul pavimento, proprio dietro alla lavatrice.

Come sospettavo, si è portata il cellulare in bagno e lo ha lasciato acceso sopra la lavatrice: ci vuole un attimo per bloccare la sua app e far partire quella che ho installato. Mi diverto a giocare un po’ con le velocità, mentre sento i suoi gemiti che si fanno sempre più distinti, nonostante il rumore dell’acqua.

Non è facile fare clic sullo schermo e allo stesso tempo accarezzarmi il cazzo, ma non è nemmeno impossibile: tanto è già bello in tiro, non ho bisogno di lavorarci molto. Anzi, devo stare attento a non scoppiare, soprattutto quando la sento gemere sempre più forte: anche lei deve essere quasi pronta.

A quel punto agisco d’istinto e velocemente: mi levo i pantaloni della tuta, poso il telefono e apro la porta della doccia: la trovo che con una mano si stringe un capezzolo, mentre l’altra sta sicuramente accarezzandosi il clitoride. L’acqua della docce nasconde in parti i suoi gemiti, ma non abbastanza.

Quando mi vede con l’uccello in bella mostra rimane sorpresa cerca di coprirsi, anche se è impossibile: allora entro anche io nella doccia e le afferro la mano, spostandola dal seno verso il mio sesso.Non deve avere dubbi su cosa fare, non le voglio lasciare troppo tempo per pensare o per parlare.

Cerca di ritirarsi, ma io sono più forte: e si vede che ne ha voglia quanto me. Alla fine cede e me lo prende in mano, cominciando la miglior sega che ho mai ricevuto. Altro che le ragazze della mia età, a cui devo insegnare il ritmo che mi piace: le sembra conoscerlo naturalmente, tanto che ci vuole poco per sentirmi pronto a scoppiare e la mano bagnata, rende ancora più facile lo scivolare su e giù delle dita.

Ma non può pensare di cavarsela con una semplice sega: non ho aspettato tanto solo per questo. Le fermo la mano, giusto poco prima di venire, e le prendo la testa. Sono più alto di lei, spingerla verso il mio pene è veramente un gioco.

Anche perché lei non oppone quasi resistenza: si inginocchia e me lo prende in bocca. Le sue labbra sono divine, morbide, e l’acqua calda della doccia non fa che amplificare la sensazione. Succhia decisa, anche se il mio cazzo non è così piccolo, dalla base fino alla punta, mentre continua a toccarsi in mezzo alle gambe.

L’ovetto fa ancora il suo lavoro, la sento che geme e si contorce mentre lo tiene in bocca: niente denti, un pompino perfetto. Tanto che mi accorgo di non potermi più trattenere a lungo. Quando ci sono quasi, lei sembra volersi staccare, ma non glielo permetto. Metto tutte due le mani sulla sua testa e la tiro verso di me, mentre muovo il bacino sempre più velocemente.

Sto scopando la bocca di mia madre: probabilmente basta questo pensiero per farmi venire. Sborro sempre tanto, ma questa volta mi sembra di non finire mai. Continuo a spingere, la sento quasi soffocare e allora mi fermo e lascio che si stacchi dal mio uccello.

Rimaniamo in silenzio per qualche secondo, poi esco dalla doccia, recupero un asciugamano e il cellulare e me ne vado di nuovo davanti alla televisione, alla ricerca di un telefilm da vedere.